A tu per tu con ALESSIA GRITTI
Scritto da Rudy    Martedì 04 Febbraio 2014 17:30    PDF Stampa E-mail

gritti-alessia"Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non vedere l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con la mano, a sollevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi."

Così inizia una famosa poesia di Umberto Saba dal titolo "Goal". Il portiere è una figura che nel calcio ha un fascino davvero unico. Spesso idolatrato, quanto spesso indicato ingiustamente come unico colpevole. Basti pensare a Walter Zenga, un campione che con l'Inter conquistò lo scudetto dei record, ma sfortunatamente ricordato quasi di più per l'uscita a vuoto su Caniggia che costò il mondiale '90 all'Italia. Eppure i grandi portieri hanno davvero un qualcosa in più, rispetto ai giocatori di movimento. Vuoi forse perchè si trovano spesso "soli contro tutti" (e qui cito il grande Fabrizio Maffei che in un Roma-Verona del campionato '84-'85, parlando della strepitosa gara di Claudio Garella, disse: "da Roma il risultato finale è Roma 0, Garella 0"); vuoi perché in allenamento sei tu e il tuo preparatore, i compagni fanno altro, vuoi perché quella divisa diversa da tutte le altre ti rende davvero unico. Se poi oltre, a tutto questo, il portiere di turno ha anche un sorriso incantevole, allora stiamo parlando di Alessia Gritti, n. 1 del Mozzanica.

Alessia parlaci di te, come è iniziata la tua avventura con il pallone?Alessia 1

Avrò avuto più o meno 7 anni. Le prime pallonate le ho prese al campetto del parco giochi in compagnia degli amici e dei cugini. E' stato proprio seguendo le orme di mio cugino, più grande di me, che iniziai i primi allenamenti presso quella che è stata la mia prima squadra, ovvero l'Oratorio Leffe, dove ho giocato a 11 con i maschi, fino a quando il regolamento me lo ha permesso. A 13 anni ho dovuto fare una scelta: o andare a giocare a sette a due passi da casa o trovare una squadra femminile a 11. Furono mister Zonca e Beppe Lussana che vennero a vedermi e mi proposero di andare all'Almennese, quella che poi divenne l'Atalanta Femminile. Non era una decisione semplice, perchè Almenno S. Salvatore da casa dista 40 km e all'inizio mia mamma non era assolutamente d'accordo. Poi anche lei si è appassionata e ora non si perde una partita. Giocai un anno nell'under 15 e poi subito in prima squadra che partecipava al campionato di serie C. Quella mia prima stagione in C fu una delle più importanti della mia vita calcistica. Conquistammo la promozione in B vincendo 30 partite su 30 giocate. In seguito con l'Atalanta ho fatto tutte le categorie fino alla serie A.

Com'è avvenuto il passaggio al Mozzanica?

L'ultimo anno all'Atalanta non ero più in sintonia con la dirigenza. Nel frattempo il direttore sportivo Giulio Brivio era passato dall'Atalanta al Mozzanica e presi allora la decisione di propormi alla società biancoceleste. Parlai con i dirigenti, tra cui il presidente Sarsilli un pomeriggio al "Bar da Selmo" ed eccomi qui. Questo è il sesto anno. Ho giocato due anni in A2, dove il primo anno abbiamo perso contro il Mozzecane il campionato alla penultima giornata. Il mister era Sandro Gibellini. Mentre l'anno dopo abbiamo vinto il campionato con largo anticipo e conquistato così la promozione in serie A con in panchina Lanzani. Fu una gioia immensa e festeggiammo per circa due settimane consecutive. Sono contenta di far parte di questa squadra. Con il presidente c'è un bellissimo rapporto, è una persona con la quale si può Alessia 3parlare di tutto, sempre pronto ad aiutarti. Per noi è come un papà prima ancora che un presidente.

La sconfitta di Verona ci ha impedito di avvicinarci alla quarta posizione. Mozzanica deve quindi accontentarsi del quinto posto a fine campionato?

No non credo. Abbiamo ancora delle possibilità di raggiungere il quarto posto, il campionato è ancora lungo, perderà qualche partita anche il Verona io dico. Noi dobbiamo pensare a far bene e poi i conti li facciamo alla fine.

Il tuo è un ruolo particolare, forse il più difficile. Cosa ne pensi?

Quello del portiere è un ruolo delicato. Se sbagli la tua squadra prende il goal. Quando un attaccante sbaglia tre occasioni, ma poi realizza gli viene perdonato tutto; se il portiere compie tre miracoli e poi sbaglia un’uscita e subisce la rete, a fine gara tutti si ricordano solo dell’errore e del resto nulla. Al termine di una partita nella quale non commetti errori nessuno ti dice che sei stata brava, ma solo che hai fatto la parte del tuo dovere. Qualche pacca sulla spalla arriva quando pari un rigore, ma è comunque più facile sentir dire che è l’attaccante ad aver sbagliato, non tu ad essere brava.

Tutto verissimo, ad ogni modo quest anno il pallone d’oro femminile è andato ad un portiere, Nadine Angerer della nazionale tedesca.

Non me l’aspettavo, anche se lei è stata protagonista dell’Europeo vinto dalla Germania, dove in finale con la Norvegia ha parato due rigori. Ero convinta che l'avrebbe vinto Abby Wambach, attaccante della nazionale statunitense. Che un premio come il pallone d'oro andasse ad un portiere non lo credevo possibile, visto che neppure Buffon nel 2006 è riuscito ad aggiudicarselo. In questo caso possiamo dire che almeno nel femminile si è resa giustizia al nostro ruolo.

Si dice che i portieri sono tutti un po' pazzi. Alessia Gritti che ragazza è?
Alessia 4
Mi ritengo una ragazza timida e introversa in generale, ma una volta presa confidenza mi lascio andare e con me si può tranquillamente ridere e scherzare.

Cosa fai tolti i guanti da portiere?

Lavoro come impiegata in uno studio notarile a Bergamo. Quando ho gli allenamenti non torno neanche a casa, ma arrivo direttamente qui dal lavoro. Purtroppo solo di calcio non si vive, almeno non in Italia. Sono stata convocata a qualche stage con la nazionale in passato, ma diventa difficile conciliare quelli che sono gli impegni con una nazionale e un lavoro sicuro. E tra le due cose sceglierei sempre il lavoro. Anche da questo punto di vista, essere una giocatrice del Mozzanica è una fortuna. La società è sempre puntuale e corretta sotto tutti i punti di vista, mentre molto spesso, dalle mie colleghe, anche di squadre blasonate si sentono realtà diverse da come le immagini e scopri che non è tutto oro quello che luccica. Come hobby adoro sciare in inverno, anche se non è proprio la cosa più in sintonia con il calcio. Poi mi piace andare al cinema, films di qualsiasi genere, tranne gli horror, quelli assolutamente no, altrimenti la notte non dormo. Per il resto non ho grandi esigenze, sto anche volentieri a casa sul divano sotto la copertina, oppure gioco con i miei nipotini. Il maschietto sta iniziando a giocare a calcio.

Concludo questa bella chiacchierata con Alessia citando ancora "Goal" di Umberto Saba che così conclude:

Alessia 2"Presso la rete inviolata il portiere
- l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch’io son parte."

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Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 05 Febbraio 2014 00:04 )
 

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