8 marzo, festa della donna. Un sabato oserei dire strano. Come ogni sabato infatti, mi reco al centro sportivo di Mozzanica, ma oggi non c’è nessuna gara in programma. Il campionato si ferma per gli impegni delle nazionali e il campo 1 dello stadio è deserto. Sul terreno opposto le ragazze di mister Fracassetti stanno svolgendo un allenamento supplementare. Pazientemente attendo l’intervistata speciale di questa settimana: Francesca Tonani, detta Rombo di Tona. Il classico terzino cuore e polmoni, contornato da un sinistro armato con cariche nucleari. Tanta potenza nasconde quella che poi a tu per tu si rivela come una ragazza timida e misurata nei modi, con un ciuffo alla Woody Woodpecker, impossibile da confondere.
Quando hai iniziato a giocare a calcio?
Questo è il ventesimo anno che gioco a calcio, ho iniziato ad otto anni. Ho provato a fare anche altri sport all’inizio. Ho cominciato col nuoto, ma ho avuto problemi alle orecchie e ho dovuto smettere. Allora mi sono data alla pallavolo, ma continuavo a prenderla con i piedi e lì ho iniziato ad avere un leggero sospetto che non fosse proprio lo sport più indicato. La mia fortuna è stata che avevo degli amici che giocavano in una squadra di Lodi e mi hanno portato lì. Con i maschietti ho giocato per tre anni e poi a dodici/tredici anni sono passata al Milan, la mia prima società di femminile. Dopo tre anni con la società rossonera sono andata alla Riozzese che disputava il campionato di serie D. Alla Riozzese ho incontrato altre giocatrici che poi mi hanno seguito al Mozzanica, ovvero Elisa Perini, Chiara Piccinno e Silvia Piva. Sono state stagioni molto importanti per me, basti pensare che dalla D arrivammo in serie A. L’ultimo campionato a Riozzo purtroppo retrocedemmo e la società rinunciò all’A2. Fu allora che arrivò il passaggio al Mozzanica. Con le biancocelesti abbiamo vinto il campionato di A2 al mio primo anno e questa è la quarta stagione in serie A per noi, la quinta quindi per me con le bergamasche.
Da piccola chi era il tuo idolo?
I miei idoli erano Paolo Maldini e Roberto Baggio. Non che in realtà seguissi molto il calcio maschile, ma durante i derby della Madonnina mi piaceva schierarmi con il Milan, mentre quasi tutte le mie compagne erano interiste. Nel femminile invece Carolina Morace, anche se di partite di calcio femminile in televisione se ne vedevano pochissime. L’ultimo anno al Milan ho avuto la fortuna di svolgere la preparazione precampionato con la prima squadra che aveva appena vinto lo scudetto. C’erano giocatrici come Gazzoli, Tagliacarne, Brenzan, Duò, la stessa Samantha Ceroni, allenate da mister Tabacchi. Calciatrici fantastiche, a quel tempo sicuramente le migliori del panorama nazionale. Tagliacarne in particolare è stata un esempio per me, come oggi lo è Viviana Schiavi.
Qual è stato l’allenatore che più ti ha aiutato a crescere?
Non è che ne abbia avuti tanti. Lanzani è stato il mio allenatore da quando avevo quattordici anni, fino a poche stagioni orsono. Lui era molto bravo sotto l’aspetto del carisma, ma quello con cui sono cresciuta di più sotto l’aspetto tattico è senza dubbio Fracassetti, che tanto ha dato a me e anche alla squadra come gioco. Inoltre devo ringraziarlo anche perché con lui mi sono dovuta rimettere in gioco.
Come descriveresti l’attuale stagione del Mozzanica?
Una buona stagione senz’altro, ma dal punto di vista dei risultati ci si poteva aspettare anche qualcosa di più, purtroppo abbiamo buttati via troppe partite. Io stessa potevo dare di più, non sono molto soddisfatta delle mie prestazioni quest anno. Nelle scorse stagioni mi è successo di carburare all’inizio e poi nel ritorno dare il 100%, quest anno invece non sono ancora riuscita ad arrivare al top. Credo sia un problema di testa, ho molti impegni e sicuramente un po’ ne ho risentito. Ad ogni modo il campionato non è ancora finito! Lo spogliatoio del Mozzanica è ottimo, siamo unite. Sono arrivate delle ragazze che hanno portato tanta qualità e hanno così sopperito a partenze importanti come quelle di Nasuti e Tarenzi. Quello che mi rende ottimista è la giovane età media della squadra. Io che ne ho ventotto sono tra le più vecchie e questo mi fa ben sperare nel futuro di questa rosa. Potenzialmente possiamo crescere ancora tanto.
Cosa fai quando esci dal campo?
Insegno educazione fisica. Al mattino sono presso una scuola dove sto svolgendo una supplenza, mentre il pomeriggio lavoro per un’associazione sportiva per disabili e anziani, dove seguo la parte pratica e quella organizzativa. Con questa realtà in pratica organizziamo incontri, le “Special Olympics”, raccolgo le adesioni dei volontari. Adoro quello che faccio, ma quello che mi pesa è il fatto di non poter organizzarmi sul lungo periodo. Mi spiego meglio: quando inizia l’anno scolastico mi si presentano delle offerte di lavoro con le scuole, ma se queste mi obbligano alla presenza il sabato è un problema non da poco. Spesso ho dovuto rifiutare delle proposte proprio per questo motivo a discapito della mia graduatoria. Quest anno mi è andata di lusso, poiché la scuola con la quale lavoro non fa lezioni al sabato. Veri hobbies non ne ho anche perché mi resta in pratica solo la domenica libera, tranne quando non la sfrutto per organizzare gli eventi della mia associazione. Nelle pause stagionali riesco a fare un po’ di sci in inverno e a dedicarmi alla lettura in estate. Leggere mi piace molto, ma quando arrivo a casa la sera e prendo in mano un libro non arrivo alla seconda pagina che letteralmente crollo.
Una donna super impegnata la nostra Francesca, che noi ci auguriamo riesca però a trovare sempre il tempo di sfrecciare sulla fascia sinistra del manto verde, per questa e tante altre stagioni.